Aldo Marzano, divenuto commendatore per meriti professionali nell’anno 1998, con decreto del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, si era laureato nel 1959 a soli 22 anni, all’Università di Napoli.

La sua eccellente reputazione e le sue conoscenze di diritto e procedura civile, hanno ricevuto aperto riconoscimento attraverso la sua esemplare carriera di avvocato.

All’inizio del suo percorso professionale,  aveva collaborato quale ricercatore con l’Università degli Studi di Salerno alle cattedre di Istituzioni di Diritto Privato con il Professore Gabriello Piazza e di Diritto Civile con il prof. Carmine Donisi.

Figura di primo livello e punto di riferimento indiscusso nel panorama professionale, non solo locale, è stato tra i commentatori del Codice Civile Utet Annotato a cura del Prof. Pietro Perlingieri, autore di numerosi approfondimenti su riviste specializzate, come Giurisprudenza Salernitana e membro fondatore della Camera Civile Salernitana.

Insieme al Prof. Massimo Panebianco, all’avv. Edilberto Ricciardi, a Diego Cacciatore e ad Arturo De Felice, nomi eccellenti del panorama dell’avvocatura salernitana degli ultimi quaranta anni, aveva fondato la prima Associazione dei Civilisti Salernitani.

Assoluto precursore in  materia sanitaria e farmaceutica è stato per quasi venti anni, l’avvocato di riferimento della Federfarma salernitana, impegnato al fianco dei  farmacisti aderenti a Credifarma s.p.a nel settore del recupero delle debenze dei farmacisti nei confronti del SSN.

Aldo Marzano credeva nella funzione sociale dell’Avvocatura e coniugava il tradizionale prestigio  e la dignità della professione forense, con la costante ricerca di soluzioni moderne ed innovative ai problemi legali.

Per l’anno 2005-2006 era stato nominato dal Ministro della Giustizia Presidente della Commissione per gli esami di avvocato presso la Corte di Appello di Salerno.

Le sue profonde conoscenze in materia di diritto farmaceutico e sanitario, di diritto urbanistico, dei contratti, delle società, e delle obbligazioni, delle procedure di espropriazione per pubblica utilità e delle esecuzioni forzate, sono il cuore dell’esperienza tramandata ai suoi allievi e che la Fondazione intende portare avanti nel rispetto del suo esempio e della sua tradizione.